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Lui & Lei

Un incontro particolare


di Membro VIP di Annunci69.it dreamofthebluturtles
15.10.2020    |    4.753    |    2 9.4
"” “Vieni siediti sulle mie gambe..."
Il telefono di Lavinia squillò, come tante altre volte. Da anni era una escort ricercatissima nel panorama sardo e la sua era una “attività” solida e consolidata. Nel corso di questo lasso di tempo aveva visto di ogni e aveva sempre affrontato ogni richiesta e ogni tipologia di cliente nella massima professionalità.

“Pronto…”

Una voce calma e matura riecheggiò dal microfono del cellulare. “Ciao, sono Marco. Avrei piacere di condividere la tua compagnia per una mezza giornata. Però devi venirmi incontro. E cioè dovresti venire nella mia dimora. Ti prego di non avere alcun timore. Dovrai solo avere molta pazienza.
Alcuni istanti di silenzio passarono, fino alla risposta della donna. “Dipende, il vil danaro è argomento che mi interessa, ma oltre questo cosa hai da offrirmi?”

“Un buon bicchiere di vino in casa mia non manca mai. Per il resto, penso che il contesto che troverai sarà qualcosa che certamente non ti lascerà indifferente e per il danaro quello non è davvero un problema.”

Seguirono ulteriori istanti di silenzio. “Di solito non mi muovo mai in dimore altrui senza una conoscenza neutra preventiva. Però in effetti qualcosa mi suscita curiosità. Mi hai convinto. Quando dovrei venire da te? E dove?”

“Se vuoi anche tra due giorni. Per l’ora di pranzo sarebbe il massimo. Il posto è una stazzo nei dintorni di Arzachena. Quando sei in zona scrivimi. Ti indicherò dove venire.”

“Va bene. Hai qualche preferenza sul dress?”

“Gonna…per il resto hai carta bianca e so che non me ne pentirò”

“Perfetto.”

Trascorsero le 48 ore e per l’ora di pranzo Lavinia si presentò nella località indicata, accompagnata per sicurezza da un’autista di fiducia.

Lo stazzo era su una piccola collina nei dintorni del centro gallurese all’interno di una ampia tenuta immersa nella campagna. Indubbiamente rimesso a nuovo, ma mantenendone alcune caratteristiche storiche.

Il cellulare della donna risuonò. Un messaggio WhatsApp.
“Parcheggiate pure sotto il pino più vicino all’edificio. La porta è già aperta. Entra pure…ti aspetto.”

Un po’ perplessa, per un istante Lavinia pensò di fare retromarcia e andarsene. Ma seppur con un poizzico di titubanza prevalse la voglia di vedere l’uomo che l'aveva contattata.

La mise scelta per l’incontro seguì la logica di una eleganza sobria di una donna che si accingeva ad un incontro di lavoro. Seducente ma senza esagerare. Il fisico non era certamente un problema. Donna alta, longilinea. Forme proporzionate, dei lineamenti del viso che ne davano un’espressione molto sicura di sé al limite dell’antipatia.

La donna arrivò di fronte alla porta d’ingresso, socchiusa come preannunciato. La aprì e si trovo davanti a sé un grande soggiorno arredato in modo classico Sul lato destro della stanza una poltrona dove seduto un uomo sulla sessantina la osservava in modo anomalo.

Non un uomo propriamente bello. Da seduto non riuscì in prima battuta a quantificarne l’altezza. Forse un metro e settantacinque. Vestito in modo elegante, capelli bianchi, un paio di occhiali con le lenti dalla tonalità sull’azzurro. Al centro della stanza un tavolo con su due bottiglie di vermentino Santigaìni e due bicchieri già riempiti.

Il tutto distinguibile con una certa fatica, in quanto le due grandi finestre della stanza avevano le persiane socchiuse e solo una parte di luce filtrava all’interno.

“Buongiorno. E bene arrivata”

“Buongiorno a te.” Lavinia percorse qualche passo verso l’uomo, che si alzò dalla poltrona e in un modo che alla donna apparve strano percorse un paio di passi molto lentamente verso la donna, rimanendo comunque vicino al posto a sedere.

“Piacere Marco.”

“Piacere Lavinia.” La donna osservò lo sguardo dell’uomo, rivolto verso di lei ma un po’ perso.
“Qualcosa non va?” Chiese lei.

“Assolutamente nulla ti sto solo dando una forma compiuta. E per farlo uso strumenti diversi dall’usuale.”

“Ma…” La donna lo osservava un po’ spaesata.

“Sì, gran parte della vista non la possiedo più...però dispongo di molti altri modi per percepirti, darti una forma, per poter godere di ciò che ho davanti a me”

Dalla perplessità la donna passò ad un iniziale imbarazzo e timore del comportamento da tenere. Negli anni passati a fare questa professione di situazioni anomale ne aveva vissute parecchie, ma questa la mise di prima battuta in difficoltà.

Le mani dell’uomo iniziarono ad accarezzare la donna. Partendo dai capelli, lentamente a scendere, il collo, i seni, i fianchi. Si chinò cercando di sentire il profumo usato. Ma invano.

“Non usi profumo. E il tuo naturale mi piace molto.”

“Già. Mi piacciono, ma li uso di rado. Per occasioni speciali.” Replicò lei.

“Sei molto bella. Me lo avevano detto.”

“Chi?”

“Un amico che ti incontrò tempo addietro. E mi disse che c’era qualcosa di magico ma sommerso nel tuo modo di fare. Che non eri una semplice escort. Eri una donna brillante e a modo tuo eroticamente empatica. Ed aveva ragione. Anzi forse ha colto ancora meno di ciò che sei. Tutto ciò mi ha indotto a chiamarti.”

In Lavinia le titubanze svanirono, lasciando il posto ad una anomala eccitazione. Di fatto quasi mai capitata in quell’ambito. Quell’uomo, le sue caratteristiche, i suoi modi, la avevano in qualche modo coinvolta.

“Ora faccio io una domanda a te. Cosa posso fare per te?”

L’uomo si sedette sulla poltrona e si prese qualche secondo per rispondere. “Raccontami con i tuoi occhi come è l’uomo che vedi.”

La donna si chinò su di lui e inizio a sbottonare la camicia e baciarlo sul petto osservandolo. “Sei un uomo particolare. Hai fascino che esula la bellezza e, secondo me, dietro questa garbo da uomo d’altri tempi, hai un fuoco che vale la pena di scoprire.”

La camicia si sbottonò per intero come i pantaloni. La mano della donna entrò dentro i boxer tirandone fuori il cazzo semi eretto. L’uomo teneva lo sguardo in direzione del volto di Lavinia,in rigoroso silenzio, rotto esclusivamente dai respiri che nell’uomo si fecero più affannati quando la donna iniziò un morbido pompino.

Lei lo osservava e stuzzicava. Con la lingua percorse tutta l’asta e il volto si avvicinò all’uomo che nel cercare il contatto con le mani ne teneva i lunghi capelli tra le dita.
“Vedo un uomo il cui fuoco è palese ma non vuole venir fuori. Perché? Io sono il tuo frutto proibito. Non avere timore di cogliermi.”

“Vieni siediti sulle mie gambe.” Chiese alla donna.

La donna eseguì la richiesta. Le mani dell’uomo slacciarono la camicetta e scesero verso il basso alzando sapientemente la gonna, lasciando scoperte le autoreggenti.

Le dita iniziarono a stuzzicare la vagina attraverso il perizoma. Pochi piccoli movimenti come in una sorta di perlustrazione. Il dito medio sul clitoride, prima lentamente e poco per volta più intensamente. Piccoli gemiti, i primi umori a bagnare le dita mentre l’uomo con gli occhi chiusi passò la lingua sulla spalla.

“Ecco. Ora il fuoco sta uscendo. Sussurrò la donna.” Prima di lasciare andare un sospiro di piacere. Le dita di Marco erano entrate dentro e si muovevano bene, quasi come se la chiave del piacere godereccio della donna mai celato con un cliente fosse stata sempre in possesso dell’uomo.

Le dita vibrarono e i gemiti divennero più forti. Le mani della donna afferrarono i pantaloni di Marco quasi a strapparli in una reazione scomposta al piacere crescente.
“Sai come toccarmi, sai come parlarmi vediamo se sai come farmi arrivare all’orgasmo.” Sussurrò lei.

Senza rispondere, l’uomo infilo un secondo dito dentro la vagina carica di umori. Lavinia d’istinto sussultò prima di iniziare a gemere sempre più intensamente incitandolo a continuare. Un tempo breve, due minuti, forse anche meno e la donna arrivò all’orgasmo, morsicandosi il labbro e morsicando la guancia dell’uomo.

Tornò il silenzio. Questa volta rotto dall’ansimare di Lavinia.

“Ma non si può aprire le persiane? Perché questa penombra?” Chiese la donna.

“No, preferisco l’oscurità. Mi protegge e mi avvolge, anche se la percepisco poco.”

“Come vuoi, ma non so se ora l’oscurità potrà proteggerti da me.” Fu l’esclamazione di Lavinia, mentre inginocchiandosi avvolse nuovamente il cazzo dell’uomo. Questa volta con maggiore foga, in una sorta di attacco selvaggio. Prima sulla cappella, intensamente e poi sulle palle. Prese alla base, leccate e succhiate una per volta, mentre le gambe di Marco, forse piegate da quella foga si distesero come in una resa al piacere.

I gemiti di piacere si invertirono. Lavinia teneva lo sguardo sull’uomo. Sapeva che questo contatto visivo direttamente era flebile, ma percepiva un contatto emozionale, erotico, intimo. Bello…

“Così non vale.” Esclamò l’uomo sospirando profondamente.

“Eh no. Vale! E’ troppo tardi.” Fu la pronta risposta della donna.
E il cazzo dell’uomo rientrò nella bocca di Lavinia. Un affondo rapido, fragoroso, ingestibile. L’inarcamento del bacino, insieme ai suoi lamenti quasi imploranti, furono l’avviso per Lavinia che, appena in tempo, tirò fuori il pisello per vederlo sciogliersi in abbondanza nella bocca aperta. Fu il culmine.

Quasi come un raptus erotico arrivato all’improvviso, Lavinia tornò morbida e suadente accompagnando gli ultimi spasmi dell’orgasmo dell’uomo con ritrovata delicatezza.

“Oddio.” Esclamò l’uomo. Completamente arenato sul divano.

La donna si appoggiò con le braccia sul petto dell’uomo: “Ora possiamo bere il vino che ci aspetta sul tavolo da quando sono arrivata. E tieni bene a mente, la prossima volta che ci incontreremo, sentirai uno dei miei profumi.”

Continua...
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